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ersey è la più grande tra le isole del Canale della Manica,
con 99 mila abitanti. Il Baliato di Jersey (da Balivo) è un ter-
ritorio indipendente legato alla Corona Britannica e fa parte
del Regno Unito, ma non della Comunità Europea. Ha un suo
parlamento, un proprio sistema fiscale e batte moneta, la sterlina
locale, ma si usa normalmente anche quella inglese. Questa landa,
un tempo inclusa nel Ducato di
Normandia, nei secoli è sempre
stata contesa da francesi e ingle-
si, infine occupata dai tedeschi
nella 2ª GM. Jersey è in effetti
più unica che rara. Così vicina
alla Francia, di fronte a Saint-Ma-
lo, eppure marcatamente British.
Così varia, da alternare spiag-
ge a scogliere; località balneari
vere e proprie come St. Brelade
dove prendere il sole in agosto,
a baie nascoste con deliziosi ri-
storantini per coppie come The
Navigator, a Rozel Bay. Molto
verde con tanto di vigne e vini
locali, girasoli e lavanda. Flora e
fauna che circondano gradevoli
e vivaci cittadine come la capi-
tale St. Helier, St. Aubin, Gorey.
Jersey è un posto da visitare e grazie al microclima particolare, il
tempo è sempre mite. L’isola è facilmente raggiungibile in aereo via
Londra, ma soprattutto via nave, grazie all’eccellente servizio della
società Condor Ferries, che in un paio d’ore al massimo fa la spola
tra la Francia, Jersey, Guernsey e Poole, in Cornovaglia. Ora Condor
Ferries ha aggiunto alla sua flotta il modernissimo e veloce trimarano
da 102 metri Condor Liberation (mentre noi abbiamo preso il Rapide
ON THE SHORE - JERSEY, L’ ISOLA DEI MOTORI
“ TH E T I D E I S H I GH BUT I ’ M HO L D I NG ON …” by B L OND I E
da 87) e arriva a trasportare un milione e duecentomila passeggeri
all’anno
(www.condorferries.com, www.condorferries.co.uk). L’Isola
di Jersey è tante cose: il celeberrimo faro di La Corbière, il castello
del Mont Orgueil, l’incantevole isoletta di Les Écréhous, i resti delle
fortificazioni tedesche nella 2ª GM con una casamatta trasformata in
azienda che vende ostriche, portate a riva copiose dai movimenti
delle maree, innumerevoli torri
d’avvistamento, una squadra di
rugby competitiva nel campio-
nato inglese. Jersey una volta
viveva esclusivamente di turismo,
soprattutto inglese e francese, e
anche Karl Marx amava svernare
a Jersey in vacanza. Ora ha più
importanza l’attività finanziaria,
dal momento che con i voli low
cost, inglesi e francesi viaggiano
altrove. Sono arrivati però turisti
tedeschi, olandesi, svizzeri (cha
hanno un volo diretto da Zuri-
go). Gli italiani devono ancora
scoprirla, ma ottimi ristoranti no-
strani ci sono già, come il Vec-
chia Milano, 37-38 The Parade, St
Helier JE2 3QQ, http://www.
vecchia-milano.co.uk/, di Luciano
Cusumano, milanese con famiglia di origine siciliana che ha sposato
Grace, nativa dell’isola. Jersey è ottimamente servita dai bus, ma
Jennifer Ellenger di Jersey Tourism
(http://www.jersey.com/) ci fa
trovare una pratica Ford Fiesta by Hertz e tutta la documentazione
necessaria per scoprire l’isola da un punto di vista inedito: quello
della passione per i motori. E’ difficile credere che questo banco di
terra lungo 15 km e largo 8, con limiti di velocità a 40 miglia, una sola
di Andrea Cittadini - Foto Sabina Giussani, ©Jersey Tourism,
©Jersey Evening Post,
jerseyoldmotorclub.comIl faro di La Corbière.
Sotto, il vessillo di Jersey assieme
all’Union Jack britannica.
A lato, il museo di Nigel Mansell.
Les Écréhous e un raduno del
Jersey Old Motor Club a St. Helier