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l G.P. in un’isola in mezzo al mare, dal ’47 al ’50, non poteva che
essere caratterizzato dal segno del Tridente. Nel ’52 invece si terrà
una corsa per vetture Sport su un tracciato leggermente modifi-
cato. Luigi Villoresi detiene ancora il record della pole position,
col tempo di 2 minuti netti, stabilito nel ’49 con la Maserati 4CLT/48.
Il record sul giro in 2.02 appartiene invece a David Hampshire, con la
ERA nel ’50. La prima edizione con 25 partenti fu vinta da Reg Parnell
davanti a Louis Chiron, entrambi su Maserati 4CL, e Rayond Mays su
ERA. La pole position fu stabilita dal Principe Bira su Maserati, stessa
auto per Raymond Sommer autore del giro più veloce. Il Principe Bi-
rabongse Bhanutej Bhanubandh del Siam, era membro della famiglia
reale thailandese e guidò a lungo Maserati azzurre e gialle con tanto
di sagoma del gatto siamese dipinta sulla monoposto. 7° nel ’47 fu
Pierre Levegh su Delage, che morirà poi a Le Mans nel ’55. Su Mase-
rati 4C corse anche Nello Pagani, 2° in prova, ma costretto al ritiro.
Campione del Mondo moto classe 125 con la Mondial e 2° nella 500 su
Gilera nel 1949, Pagani disputerà su Maserati 4CLT/48 anche il G.P. di
Svizzera nel ’50 finendo 7°. Il pilota inglese Reg Parnell è il “Re di Jer-
sey”, con un successo, un 2° e un 3° posto in quattro edizioni, sempre
su auto del Tridente, con cui correrà dal ’46 al ’52 spesso per i colori
della Scuderia Ambrosiana. Nel ’48 Parnell fu terzo, dietro a Bob Ge-
rard su ERA e Pierre Abecassis su Maserati 6CM, ma davanti al Principe
Bira e a Bob Ansell su Maserati 4CL. La pole guarda caso fu ancora del
Principe Bira. 7° Roy Salvadori su 4CM. Costretto al ritiro Villoresi. Uno
spettacolare incidente coinvolse la Maserati 6C di Sam Gilbey che uscì
di pista, ma il pilota non si fece nulla. L’anno seguente, 1949, stesso
copione con Gerard che bissa il successo davanti a Emmanuel “Toulo”
de Graffenried, su 4CLT/48, che diventerà poi dirigente della Philip
Morris alias Marlboro. Terzo Raymond Mays su ERA, davanti al Principe
Bira ancora 4°. La pole andò a Villoresi, in 2 minuti secchi, record im-
battuto, ma in corsa il grande Gigi fini 6° dietro alla vettura gemella di
Fred Ashmore. Le prove erano state funestate dalla morte di Kenneth
Bear su Bugatti. Il 1950 è l’anno del I° Campionato del Mondo di F.1 e
dell’ultima edizione della Jersey Road Race riservata a monoposto.
Vince la Ferrari di Peter Whitehead davanti alle Maserati di Parnell e
De Graffenried, e alla ERA di Gerard. La pole era stata fatta registrare
dalla Maserati di David Hampshire. 10° al debutto il leggendario Chas
Mortimer su HWM, che vincerà 8 gare del TT motociclistico sull’Isola
di Man, davanti allo svizzero Antonio Branca su Simca Gordini. Le mo-
noposto stavano diventando troppo veloci e la concorrenza di gare
in tutta Europa sempre più dura. Si decise quindi di riorganizzare la
corsa nel ’52, riservandola alle vetture Sport, che tuttavia furono solo
di poco più lente. Vinse Ian Stewart sulla Jaguar XK120C della Ecurie
Ecosse, auto che andrà a conquistare la 24 Ore di Le Mans, davanti a
Ken Wharton su Frazer Nash Le Mans, George Abecassis e Reg Parnell
sulle Aston Martin DB3 schierate direttamente dal proprietario David
Brown. 7° Roy Salvadori su Frazer Nash, davanti all’idolo locale Frank
Le Gallais su XK120. Niente auto e piloti italiani per questo canto del ci-
gno, ultima edizione della gara sul tracciato di St. Helier. Nativo di St.
Helier anche se poi i genitori (padre pescatore) si spostarono a Sark
(Guernsey), era il povero Peter Richard Boley Pittard nato il 14 ottobre
1935 (così dice la lapide anche se per molti è del ’37). Morì a Monza il
10 giugno 1967 per l’incendio della sua Lola T60 Ford F.3 il 4 giugno su-
bito dopo il via, dovuto a una perdita di benzina. Pittard trovò la forza
di parcheggiare l’auto avvolta dalla fiamme a bordo pista, per evitare
di coinvolgere altri piloti. Morì per le ustioni, aggravate dal fatto che
il giubbetto della sua tuta non fosse più ignifugo dopo un lavaggio.
Pittard guidò anche Alfa Romeo Giulia TZ1 nella sua carriera e fu amico
di Bernie Ecclestone. Si disse che fosse coinvolto come autista nella
Grande Rapina al Treno Londra-Glasgow e Regazzoni scrisse che una
volta scappò dalla finestra di un hotel per un malinteso, credendo
avesse bussato alla porta la Polizia (in realtà erano le pulizie)! Beh,
qualche dubbio sorge, caro Boley, talento di Jersey. Forse da bam-
bino eri tra il pubblico a vedere la monoposto sfrecciare sul lungo
mare; ora da quasi cinquant’anni riposi in pace nel cimitero di Monza.
L’EPOPEA DELLA JERSEY ROAD RACE E UN RICORDO DI BOLEY PITTARD
DAL 1 947 AL 1 952 V I CORS ERO
MONOPOSTO F . 1 & SPORT