KERB MOTORI N.3-2013 - page 73

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ovvero la tesi di laurea del suogiovane assistente l’ingegner
Pierluigi Marconi. A Rodorigo si unì il telaista Dervis Macrelli
per realizzare quella che sarebbe stata laVyrus. Da dove de-
riva questo nome, se vogliamo poco piacevole? “Decidem-
mo di presentare una show bike per il Salone di Padova, che
era la mecca dei “customizzatori” in Italia. Era un impresa, ri-
uscire a completarla in tempo, così lavorammo giorno e not-
te per tre mesi. Una volta alle 3, mi stavo lavando le mani,
togliendo della resina che avevo modellato. Non avevamo
ovviamente la tecnologia 3D. Facevamo tutto amano e a oc-
chio. Il mio amico Mauro mi diceva di andare a letto, solo
che io volevo prima finire lo stile della moto. Quando ci riu-
scìi,mi resi conto che il prototipo non aveva ancora un nome.
Ovviamente non potevamo chiamarla Tesi, perciò Mauro mi
suggerì di chiamarlaVyrus con una y al postodella i, per non
indicare appunto una malattia o un baco da computer. Stava
a significare il virus della follia che ci aveva portato a lavora-
re alle 3 di notte su una motocicletta”. La prima Vyrus C1 984
apparve a Padova nel gennaio 2003, spinta da unmotoreDu-
cati 900SS, che Ascanio aveva usato con successo nella gare
SuperTwins come pilota. La cilindrata dà il nome al modello.
“Conoscevamo bene il motore per averlo usato in gara, non
aveva segreti per noi, quindi ci permetteva di concentrarci
sul telaio. Quello che non eravamo preparati ad affrontare fu
il successo riscosso in fiera. Ricevemmo dozzine di richieste
di informazioni per produrre in serie la moto, cosa che non
eravamo pronti a fare. Dovevamo trasformare il prototipo in
un modello clienti, da realizzare in piccola serie, sempre a
mano. Così ci occupammo innanzitutto di omologarla; fu
un’esperienza affascinante quella di produrre la sportiva bi-
cilindrica più leggera sul mercato, in versione stradale”. Du-
rante la fase di sviluppo in pista, la Vyrus 984 ProTwins arrivò
regolarmente sul podio nelle gare europee per bicilindri-
che, affidata a Gianluca Villa, nipote del quattro volte Cam-
pione del Mondo Walter Villa. La prima Vyrus C2 2V 984 stra-
dale erogava 77 CV di potenza e pesava 154 kg. Dopodiché
Rodorigo spostò la sua attenzione sul motore 999 cc Testa-
stretta per realizzare la C3 4V Superbike, per un’altra novella
reinterpretazione della Tesi. Dopo l’inizio dello sviluppo nel
2004 (“Eravamo solo in cinque – ricorda Ascanio – e doveva-
mo costruire i primi modelli venduti”), la prima 985 venne
consegnata nel 2007 a un cliente russo, seguita da un secon-
do esemplare destinato al Museo Barber inAlabama, appun-
to a fianco della Bimota Tesi che io ho guidato in gara. Da
allora, le C3 V4 sono state costruite con diverse varianti di
motori Ducati a 8 valvole, inclusa la Australian Arrow da noi
provata in esemplare unico, con motore Supersport 749RS.
La Vyrus rappresenta un esempio di biogenetica nel campo
delle due ruote. Andando a recuperare un’invenzione tecno-
logica del passato, per riportarla al futuro in un design con-
cepito dallo stesso Rodorigo con Sam Matthews, ex-colla-
boratore di Pierre Terblanche in Ducati, e ora alla Citroën a
Parigi. “ConMatt abbiamo fatto un lavoro a distanza. Lui rea-
lizzava i disegni CAD e io li trasformavo in pezzi clay, invian-
dogli via email le foto del risultato!” - racconta ancora Mr.
Vyrus. La Vyrus ha realizzato anche la 986M2Moto2 conmo-
tore Honda CBR600RR, una moto che sarebbe interessante
vedere correre nel mondiale e trovare su KERBMOTORI. Per
informazioni tecniche sui modelli disponibili e i prezzi di un
mezzo pronto o in kit:
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