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l progetto Zagato TZ3 nasce nel 2010 con la presentazione
dell’Alfa Romeo TZ3 Corsa a Villa d’Este, dove vince il pre-
mio riservato alle Concept car. Il suo ciclo produttivo si è
concluso quest’anno con l’esposizione, sempre a Cernobbio,
della versione Alfa Romeo TZ3 Stradale in una sgargiante colo-
razione gialla abbinata a interni blu. I colori di Modena e anche
di Torino, ma in realtà non c’è nessun legame. L’ha voluta sem-
plicemente così il proprietario, il collezionista elvetico di Alfa
e Zagato Martin Kapp: lo stesso che già aveva commissionato
la TZ3 Corsa. La presenza sul Lago di Como della TZ3 Strada-
le con telaio numero 3, sancisce l’avvenuta consegna di tutti i
9 esemplari di questa versione. Purtroppo nessuna ha trovato
casa in Italia. Sono andate tutte all’estero: in USA, in Canada, in
Giappone, in Svizzera. La n. 1 è stata consegnata al collezionista
americano Eric King, membro dell’Automobile Museum di Sara-
toga (NY). La n. 2 in Giappone, la 3 è la protagonista di questo
servizio, eccetera… Se la prima auto da competizione deriva
dalla Gillet Vertigo con telaio in carbonio, dotata di motore Ma-
serati V8 da 420 CV, le stradali usano telaio e meccanica della
Chrysler/Dodge Viper ACR V10 da 8,4 litri e 600 CV con speci-
fiche del 2008, per quasi 300 km/h di velocità massima. La TZ3
rappresenta la prima Alfa Romeo americana della storia! Nove
più una, le auto realizzate in totale, traendo ispirazione dalla
celebrazione dei 100 anni del marchio Alfa Romeo e dal 90° di
fondazione dell’atelier Zagato. Un multiplo d’opera d’arte re-
alizzato da uno degli stilisti più legati al marchio del Portello,
con quarantacinque modelli disegnati dal 1922 ai tempi nostri,
sia con carrozzerie da corsa che stradali. Possiamo dire che la
TZ3 è la “summa” dell’Alfa Romeo secondo Zagato, visto che lo
stile presenta tutti i crismi che da sempre contraddistinguono il
marchio della Z stilizzata. In primis la tipica configurazione ae-
rodinamica “Kamm-tail” (K-tail), cosiddetta “Coda Tronca”, che
ha caratterizzato le Zagato a partire dagli anni ’60, e vede la
sua massima applicazione proprio sulle Alfa Romeo Giulia TZ
del ’62 e TZ2 del ‘64, alle quali la TZ3 chiaramente si ispira.Per
Zagato, la TZ3 Corsa e la TZ3 Stradale rappresentano due ap-
procci diversi per lo stesso tributo ad Alfa Romeo. “La TZ3 Cor-
sa è un’auto da pista. Non è un esercizio di stile. È un’auto Neo
Classica. Esemplare unico. La TZ3 Stradale è un esercizio di Stile.
Non è un‘auto da Corsa. È un’auto Avant-garde”. La TZ3 Corsa
ha la carrozzeria in alluminio battuta a mano; le TZ3 Stradali in
carbonio. Abbiamo avuto il privilegio di poter provare la TZ3
Stradale gialla, e l’impressione che ne abbiamo avuto è pro-
prio quella di essere al volante di un’opera d’arte. Un oggetto
unico con una personalità forte. Può essere facile da guidare,
ma anche impegnativa se si esagera visto che per scelta non si
hanno dispositivi elettronici. Bisogna corteggiarla e rispettarla,
ma ti asseconda, si fa sentire tua. Ha l’assetto sportivo della Vi-
per ACR con l’estrattore posteriore, ma senza l’alettone. Preciso
il cambio a corsa corta, chiara e semplice la strumentazione.
Razionale la disposizione dei comandi. Riassumendo, sparta-
na, essenziale ma con savoir-faire. Questa versione ordinata da
Martin Kapp ha la plancia con la posizione dei comandi invertita
rispetto alle altre, per fare posto all’inserimento di un’autora-
dio. Bello e utile anche lo sportello posteriore che da accesso
al piccolo vano per una borsa. La scritta TZ3 Stradale compare
su molti dettagli: nel contagiri, sulla plancia, sul brancardo, ri-
camato sul sedile, ma anche sul coperchio del propulsore. La
targhetta con il numero di telaio è posta nel vano motore. Il
prezzo indicativo, visto che dipende dalle personalizzazioni, è
di 400.000 Euro oltre al costo della Viper. Siamo ammaliati da
questa livrea atipica gialla. La TZ3 Corsa era stata presentata nel
classico colore rosso in omaggio all’Alfa come da tradizione
racing, così come la prima TZ3 Stradale, verniciata in una tona-
lità leggermente più scura. “Il vantaggio del giallo è quello di
abbassare e allargare le forme, come insegnano Johannes Itten
e la scuola Bauhaus - ci dice Andrea Zagato. Il quale chiamato
a definire quale sia il futuro degli stilisti italiani fa notare che: “Il
carrozziere sta tornando a essere quello che era, non più assem-
blatore. E’ più design-oriented e meno production-oriented”. A
produrre ci pensano le Case. Senza l’assillo della produzione,
può tornare il Rinascimento delle forme? Info:
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